In origine la sua famiglia non faceva Madieri, ma Madjarić e quindi Madierich: un'intera storia a volte si condensa e rivela in un nome, sia esso di una persona o di un luogo.
E c'è tutta l'Istria in questo caso, l'Istria che è terra di confini, convivenze, esodi. L'Istria e con essa una famiglia costretta ad abbandonare Fiume per un campo profughi a Trieste.
Una storia tra le tante degli italiani di Istria, trascurati, abbandonati all'oblio e all'imbarazzo, oppure piegati alle visioni e agli interessi delle parti politiche. Una storia tra le tante, sì, ma che ha trovato le parole giuste per farsi racconto.
Verde acqua di Marisa Madieri è uno di quei libri che fa bene leggere e che entrano dentro per toccare corde sensibili.
Memoria famigliare di una donna che ritorna alla sua infanzia e alla sua adolescenza, è assai di più di un album di ricordi. Dentro ci sono le atmosfere e le nostalgie del mondo perduto assieme all'impero austro-ungarico. Ci sono sapori, parole, mescolanze felici: gulash e salsedine. C'è la terribile lacerazione che si produce dopo la seconda guerra mondiale, il passaggio dalla casa abitata a una sistemazione nei silos accanto a una stazione ferroviaria, anni di miseria, promiscuità e attesa.Un giorno, dopo tanti stenti e privazioni, per Marisa comincerà un'altra vita. Riuscirà a proseguire gli studi, sceglierà Firenze per i suoi studi universitari e qui incontrerà Claudio Magris, che diventerà suo marito.
Ciò che è successo prima è nelle pagine di questo piccolo libro, insieme intenso e garbato. Soprattutto senza rancori e recriminazioni, sentimenti troppo spesso da altri cavalcati. La storia più tragica nel segno di una comune umanità, capace di trascendere le vicende specifiche perché anche noi si sappia farne parte.
Non le circostanze della storia, ma il senso stesso della vita muove Marisa: la forza degli affetti, il cuore che conta più di ogni ragione e colora in altro modo anche iu momenti più duri. Come il verde acqua del titolo, il colore di un vestito che sua madre riuscì ad acquistarle impegnando un braccialetto al Monte di Pietà, in modo da non farla sfigurare davanti alle sue compagne.
Fuori, la notte chiara, frusciante di stelle, custodisce volti e parole che non saprò ma dire. Molta parte della mia storia affonda in questa dolce oscurità.
E stelle, mi sembra, possono essere le parole. Stelle - nel mistero della vita - sono le persone che hanno regalato affetti, necessari sempre ma ancora di più nei naufragi della storia.
Nessun commento:
Posta un commento