Prendete un grandissimo della letteratura tedesca, che l'avvento del nazismo ha ormai allontanato dalla Germania. Prendete una traversata dell'oceano su una nave passeggeri olandese, lusso ma anche lunghi giorni di navigazione. Prendete infine un capolavoro assoluto della letteratura mondiale scelto per accompagnare ore che non passano più, sottrarsi alla mondanità da crociera e dare sostanza ai giorni.
Ecco, è tutto quanto serve perché venga fuori un'opera piccola nelle pagine ma densa negli spunti che appartiene allo stesso tempo alla letteratura di viaggio e alla riflessione sulla parola scritta, con la sua capacità di indagare la condizione umana.
Il grandissimo è Thomas Mann, il viaggio è quello che lo porta a New York nel 1933 per una serie di conferenze e il capolavoro è quello di Miguel De Cervantes. E da tutto questo non poteva che venire fuori qualcosa di intrigante, come Traversata con Don Chisciotte, riproposto dalle Edizioni Medusa.
Da leggere di un fiato, provando a immaginarci l'immenso Thomas che dialoga a distanza con l'immenso Miguel, con il primo seduto su una sedia a sdraio, a contemplare le lontananze dell'oceano. Qualche giorno più tardi la nave attraccherà in un altro continente e tutto forse sarà diverso: ma non è da questo vuoto intorno che è più facile contemplare i destini umani?
E Thomas legge e poi scrive, magari nella sua cabina, magari a un tavolo della sala da pranzo. Scrive e mescola la sua vita di bordo e le pagine di Miguel.
Che certo non è lettura scelta a caso: e non solo perché il Don Chisciotte non può mancare tra le letture. Pensate a quanto è importante il ruolo dell'illusione, nelle pagine dello spagnolo. Pensate a quanto abbonda l'ironia, arte di tenere a distanza le visioni più estreme. Pensate alla stessa figura del Cavaliere che alla fine ritrova il senno e muore rassegnato e riappacificato - non è ciò che si auspica per tutti i malati di grandezza?
Oppure pensate all'episodio di Ricote, il buon musulmano cacciato dalla cristianissima Spagna che trova ospitalità giusto in Germania. Fu qui - scrive Mann - che sentii crescere il mio orgoglio patriottico. E chi ha orecchi per intendere intenda, nella Germania che sta ripulendo le sue città dagli ebrei.
Poi ecco le luci di Long Island, i grattacieli di Manhattan avvolti nella nebbia, la statua della Libertà ad annunciare il Nuovo Mondo.
Rimangono indietro i sentimenti e i pensieri che guardano indietro, alla vecchia Europa. C'è già qualcosa di nuovo davanti.
Nessun commento:
Posta un commento