Senza spaventarsi per il titolo - Topografia della memoria - in effetti ostico. Piuttosto concedendo fiducia a una casa editrice come Keller che difficilmente sbaglia un colpo e a un autore - Martin Pollack - che a mio parere come pochi sa riconnettere i luoghi agli eventi che li hanno segnati, le traiettorie individuali e famigliari alla Storia con la esse maiuscola.
Sono anni che leggo i suoi libri, dove racconta di una certa Europa che è improprio classificare come orientale e che piuttosto ricomprende i territori di quello che una volta fu l'impero degli Asburgo, calderone di popoli, culture, religioni. Di questa Europa è bravo a rappresentare la nostalgia, ma anche l'orrore per quanto vi è successo nel corso del Novecento. E come pochi sa resistere a ogni tentazione di rimozione e oblio, come pochi sa rilanciare le ragioni, anzi i doveri della memoria.
Con un occhio che sa frugare dove il nostro scivolerebbe via dolcemente, perché ormai addestrato a riconoscere i paesaggi contaminati del nostro continente, i luoghi di stragi e fosse comuni oggi magari celati da campi di grano e frutteti. Con un coraggio che a volte sfiora la spietatezza nei suoi stessi confronti, come quando mette sul tavolo i crimini commessi sotto il nazismo dai suoi famigliari, a partire dalle esecuzioni disposte dal padre.
Avevo qualche perplessità su questo libro, raccolta di saggi, articoli, interventi. Temevo la disomogeneità e l'arbitarietà delle scelte, l'ìnclusione di lavori superati o poco significativi. Meno male, mi sbagliavo. Tutte le pagine sono percorse dallo sguardo e dal cuore che in Martin Pollack ho imparato a riconoscere. Dalla sua capacità di narrare per trattenere frammenti di umanità, fosse anche quella che spreme dalle foto strazianti dei civili impiccati durante la prima guerra mondiale.
Per non dire di quando ancora una volta ci prende per mano per condurci in Galizia, il paese cancellato dalle carte, "un sogno non sognato fino alla fine", che a noi è arrivato solo grazie ai suoi scrittori.
Potere della letteratura, potere della parola scritta, che questo libro sa riconfermarci: e in mezzo a tanto orrore è un sospiro di sollievo.
Grazie a Pollack ho cominciato a conoscere l'esistenza della Galizia centroeuropea. Bel libro, gran scrittore.
RispondiElimina