Mettete una meravigliosa città verticale - e non pensate subito a New York o Shangai; mettete torri e mura e pietre antiche di una Toscana da cartolina, suggestioni e scorci condensati in uno spazio limitato, un borgo medievale come le tasche di Eta Beta, dove non si finisce di scoprire e di sorprendere; mettete un uomo innamorato del posto dove è nato e vissuto e che sa come tenere vivo questo sentimento: mai dare niente per scontato, alimentare sempre la curiosità e magari anche il piacere di raccontare.
Ecco sono questi i principali ingredienti di San Gimignano. Una guida per perdersi di Marco Lisi, tra le ultime proposte di Tarka, una casa editrice che ha molto da dire sulla narrazione dei luoghi. Tanto che questa volta si spinge fino all'azzardo della non guida. O piuttosto della guida che presuppone non il turista che va a colpo sicuro, ma il viaggiatore che accetta la deriva dei passi e delle emozioni. Il viaggiatore, insomma, pronto a perdersi a forza di inseguire domande e pensieri.
E dunque, per una guida del genere ci vuole un autore particolare. Innamorato e curioso, l'ho già detto. Ma anche appartenente alla categoria di coloro che i francesi amano chiamare flâneur. E poco importa se non sei a Parigi e tanto meno non sei Charles Baudelaire. Ce la puoi fare anche in questo lembo di Medioevo trapiantato nell'epoca degli smartphone, dello scatto compulsivo e del turismo mordi e fuggi.
Puoi perderti insomma anche in una cittadina lunga 900 metri e larga più o meno 400, se sei a San Gimignano, "fantastica nave-città di un sogno" come la definiva Edgar M. Forster. Se grazie a questo libro avete come compagno di viaggio uno come Lisi - e a lui aggiungo Franco Cardini, autore di un'introduzione poderosa e complice.
Inseguendo le storie, in una passeggiata senza meta e senza fretta dal mattino a sera. I passi, le parole: più qualche bicchiere di Vernaccia per perdersi meglio.
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