C'è Lisbona, dove l'amore si rincorre, si accontenta, si perpetua all'infinito, con le ombre di Fernando Pessoa e dei suoi eteronimi che ancora si aggirano per le vie e sostano ai caffé. Oppure Barcellona, dove non sai se attardarti nei sogni di pietra di Gaudì o cercare il Cimitero dei Libri Dimenticati.
Sull'altra sponda dell'oceano invece c'è l'Havana, dove ancora si può confidare in un daiquiri al Floridita in compagnia del vecchio Hem. Oppure Bahia, in Brasile, che trattiene ancora i colori e i suoni raccontati nei libri di Jorge Amado.
E ritornando sul Vecchio Continente, c'è Amsterdam, dove Anne, la ragazzina ebrea, è ancora ricordo straziante, ma dove è facile sperimentare quanto sia vera un'affermazione del grande Cees Nooteboom: "Di cosa è fatta una città? Di tutto ciò che vi viene detto, sognato, distrutto, vissuto".
E queste sono solo alcune delle 26 tappe tra l'Europa e le Americhe che ci racconta Riccardo Jannello in Città da sfogliare, ennesimo bel libro uscito per l'editore Tarka.
Jannello è giornalista col mestiere nel Dna e viaggiatore instancabile che sa spremere l'anima dei posti. Perché viaggiare non è raggiungere mete, è coltivare la sorpresa, alimentare la curiosità, abbandonarsi alle suggestioni, stabilire connessioni.
E si viaggia meglio grazie ai libri che sono finestre di luce, fasci di emozioni, guide emotive.
Questo libro ne è affascinante dimostrazione. Ogni città ci rimanda agli scrittori che vi sono nati o che le hanno amate. Ogni città è anche una città di carta che fa sì che il viaggio sia davvero viaggio.
A volte l'unico viaggio che ci è consentito: e questo non ci rende meno viaggiatori.
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