In principio.
Mi sa che debba cominciare così una storia del mare,
In principio era l'acqua. Ma non come la immaginate voi.
Ecco, è questo il principio di Storia del mare di Alessandro Vanoli (Editori Laterza). Ovvero il principio davvero di tutto, qualcosa come quattro miliardi di anni fa. La geologia più antica, una vertigine di tempo prima ancora dei pesci primitivi e dei dinosauri.
Ma è solo il principio, appunto: e poi le ere si succedono le une alle altre, fino a che si arriva al tempo dell'uomo, al suo incontro con il mare. La preistoria e poi la storia: il nostro passato, poca cosa ma quello che abbiamo. Fino al presente, alle questioni drammatiche dei nostri giorni.
Abbracciando tutto il pianeta, per di più, perché c'è tutto un pianeta oltre il Mediterraneo che, malgrado la sua ricchezza e varietà, abitiamo come rane intorno a uno stagno (per dirla con Platone).
Una straordinaria cavalcata attraverso il tempo e lo spazio, per un libro in cui è bello tuffarsi rimanendo in apnea fino all'ultimo. Centinaia di pagine in cui perdersi, per rintracciare poi fili sottili, connessioni e suggestioni che sono le spezie di una storia in cui, per inciso, le spezie hanno contato moltissimo.
Bisogna essere studioso serio e preparato per portare a compimento un'opera così, e non basta. Perché poi c'è bisogno di un affabulatore, di un narratore di qualità. E prima ancora di un uomo curioso e generoso nel condividere i frutti della sua curiosità. Di un uomo deciso a custodire le sue passioni, anche, siano pure le passioni dell'adolescente che sognava di fare l'oceaonografo, alimentando i suoi sogni con Jacques Cousteau e Folco Quilici.
Alessandro è tutto questo. E per questo la mole della sua Storia del mare non deve mettere soggezione. E' come un amico a parlarci. Sembra divaghi, ma non è vero, a prescindere dal fatto che non ci sarebbe niente di male. Ogni tanto sembra prendere respiro, ma la pausa è solo il racconto di qualcosa che meriterebbe un libro a parte: la storia delle tartarughe, per esempio, o delle perle.
Mi piace accostare Alessandro a un grande autore di linga inglese che mi è particolarmente caro, Bill Bryson, con le sue robuste storie sulla vita privata o "su (quasi) tutto". Che sia lui il Bill Bryson italiano?
Intanto questo è un libro che consiglio caldamente: non fosse che per sapere cosa collega elefanti e trichechi, genovesi e vichinghi; per apprendere la differenza tra sommergibili e sottomarini; per scoprire perché le grandi navigazioni di scoperta dell'antichità siano sempre andate controvento; e vqual è l'ultimo viaggio che ci potrebbero trasmetterci i delfini abbandonando il nostro sventurato pianeta.....
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