La terapia sì, mai titolo poteva essere più appropriato, perché di malattia si trattava. Dolorosa che non ti dava scampo, intrigante come non mai. Generazione di anticorpi che ti avrebbero permesso di non incontrarla di nuovo, purtroppo, quella malattia: si chiamava gioventù.
Erano i
primissimi anni '70, il '68 girava ancora a pieno regime nelle menti e
sulle strade. La presa di coscienza, le P38, le domeniche di austerity.
Eravamo
un manipolo fiorentino di portatori sani di quella malattia chiamata
gioventù, nel biennio che avrebbe portato alla maturità, e avevamo
bisogno di un Quartier Generale, una Centrale Operativa alla quale far
confluire tutti gli Huston, we have a problem del periodo.
La
casa del Pelucco fu il primo luogo designato. Non poteva che essere
così. La nonna Fanny sempre disponibile, i genitori Tullio e Guglielma
oberati da tanto lavoro, una presenza più rarefatta ma sempre intensa.
All'anagrafe Pelucco faceva Alessandro, e si era guadagnato il nomignolo
grazie al ciuffo ribelle di capelli sempre ritti al risveglio, come i Robby e Quattordici della Gallina Tric Trac.
Eravamo tanti, sempre in movimento, un'andare e venire continuo da suggerire spazi e orari più ampi da adibire allo scopo.
Prima
il Circolo ARCI a pochi metri, un bel giardino con la pista di
pattinaggio, coadiuvato in un secondo tempo da una casa nel mezzo di ciò
che allora era campagna. Presa in affitto grazie alla maggiore età già
raggiunta dallo Sceriffo, facente a scuola funzione di capoclasse, al
secolo Alessandro pure lui.
Ma era il Circolo il
luogo dove si faceva la storia e si sviluppavano gli anticorpi alla
malattia chiamata gioventù. Dove confluivano fra gli altri Fabio da
Oltrarno, Marcello dal vicino Campo di Marte, Marco da piazza della
Vittoria. E poi Cinzia, Roberta, Rossella e altre amiche dei dintorni,
con le loro incertezze e la loro capacità di amare più sviluppata della
nostra. Lunghe serate e tardi pomeriggi passati lì, una busta di
patatine, un pezzetto di pizza, una birra, in compagnia degli intrighi
di cuore e dei dibattiti infiniti sull'esistenza. Ma lì, anche per
organizzare le gite domenicali al mare, la prima uscita in campeggio
all'Elba, l'Interrail in giro per l'Europa.
Doveva passare qualche anno prima che uscisse Ecce Bombo, ma noi eravamo già lì, funzionava proprio in quel modo.
E di anni ne mancavano ancora quindici prima che Ligabue pubblicasse Bar Mario, ma noi eravamo già lì, funzionava proprio in quel modo.
Il
Centro Tecnico di Coverciano e lo Stadio Franchi erano a un passo, ma
non avevamo tempo per il calcio, c'era da rifare il Mondo, e prima da
costruire il nostro...
Mario Pini
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